La storia di Bologna ha inizio sulle dune grigie dei calanchi del suo Appennino, custode delle tracce preistoriche dell’ultimo mare che lambiva le coste del maestoso Contrafforte Pliocenico milioni di anni fa.
In queste acque nuotava il Felsinotherium forestii, un sirenide oggi conservato al Museo Geologico Giovanni Capellini. Possiamo viaggiare nel tempo seguendo le orme di appassionati esploratori dalla vita romantica e travagliata come quella di Francesco Orsoni che ci accompagna alla scoperta delle Grotte del Farneto, epicentro dell’età del bronzo del bolognese.
Crocevia di popoli che sperimentano confronti, scontri e convivenze. È ciò che accade tra etruschi e celti nell’area archeologica di Monte Bibele, prima dell’arrivo dei romani, cui spetta l’organizzazione delle strade e delle piazze del centro storico, come le conosciamo ancora oggi. Nel medioevo, in queste strade nasce la prima università del mondo occidentale e viene abolita per la prima volta al mondo la schiavitù.
Entriamo nel secolo dei lumi insieme alla scienziata Laura Bassi Veratti e poi nei salotti ottocenteschi della Società del Casino. In città, dietro le barricate di piazza 8 agosto per cacciare gli austriaci nel 1848, in campagna, nelle risaie insieme alle Mondine negli scioperi del 1897. Bologna si avvia a combattere la sua prima guerra mondiale guidata dal partito socialista che finita la guerra sarà il primo bersaglio dello squadrismo fascista all’assalto di Palazzo d’Accursio nel novembre del 1920.
Comincia per la città il ventennio fascista e poi il riscatto della Resistenza, la guerra urbana dei GAP, le azioni di sabotaggio nelle fabbriche, fino alla riconquista della libertà. Bologna si avvia alla ricostruzione con il sindaco comunista Giuseppe Dozza e il Pci alla guida di una città e di una regione “modello”, di grande vivacità creativa e intellettuale negli anni, ma anche vittima della più grande strage terroristica degli anni ’80, una ferita che la città non dimentica.
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